sabato 3 settembre 2011

AMIRA HASS


Ho scoperto da poco quanto mi piacciono i suoi articoli.Esiste un tempo tra l'osservazione di ciò che accade e il momento in cui si scrive,tempo in cui si pensa,si sceglie,si decidono i significati,si rende bello ciò di cui si va a scrivere.Amira descrive l'istante.
E' l'unica giornalista israeliana che ha scelto di vivere nei territori palestinesi,prima nella zona della striscia di Gaza poi a Ramallah.Ha capito che sui giornali israeliani non si scriveva nulla su Gaza,dove poi si trasferisce.Le sue lucide corrispondenze con "L'internazionale" descrivono la militarizzazione della rivolta palestinese e l'inasprimento dell'occupazione israeliana.Di questi tempi la sua attenzione è catturata dalle proteste e dalle rivolte dei popoli d'Egitto,Siria ecc.
Interessante questo articolo dell'internazionale che la dice lunga sui comportamenti,sul superamento delle barriere ideologiche

IL TRAM DEI POVERI

1 settembre 2011 16.28
Il 31 agosto mi ha chiamato la mia amica M. Era su di giri. “Ascolta, devi salire sul tram che è stato inaugurato a Gerusalemme”, mi ha detto, praticamente senza salutarmi.

Un accenno al contesto: la prima stazione della linea del tram si trova in un insediamento israe­liano considerato dalla maggior parte degli ebrei un “quartiere” di Gerusalemme. Da lì il tram si avvicina alla città vecchia attraversando alcuni quartieri palestinesi. Poi si dirige a ovest. Il tram è diventato famoso per i tentativi di boicottaggio del progetto.

Ma torniamo alla mia amica M.: “È pieno zeppo. Tutti i poveri lo usano, dato che è gratis. E chi sono i poveri? Palestinesi ed ebrei ortodossi. Incollati gli uni agli altri. A bordo c’era anche un soldato, con una grossa kippah. Insieme a lui, un altro ragazzo ortodosso. A un certo punto sono salite due anziane palestinesi con l’hijab. Hanno saltato la loro fermata e si sentivano perse: ‘Cosa facciamo ora, dove andiamo?’. Nessun problema. Il soldato e il suo amico le hanno tranquillizzate. Tutti erano gentili l’uno con l’altro. L’autista era palestinese. Mi avevano detto che solo gli autisti palestinesi hanno fatto domanda di lavoro. Gli ebrei avevano paura di guidare nei quartieri arabi. Ma poi ho visto un autista con la kippah. Dovresti salirci anche tu. Sembravano tutti così gentili. Forse è la nuova atmosfera di Israele, creata dal movimento di protesta. Devi farti un giro sul tram prima che chiedano di pagare il biglietto e i poveri smettano di prenderlo”.

1 commento:

nonnatuttua ha detto...

non conoscevo questa giornalista....
che bella il suo racconto, pieno di speranza.....è possibile la pace e la condivisione se la si vuole, si può vivere uno accanto all'altro senza entrare in guerra....le persone normali lo sanno, purtroppo non lo vogliono capire quelli che stanno al comando!
Grazie Sandra!